L’equity crowdfunding (noto anche come “crowd-investing” o “investment crowdfunding”, in italiano “finanziamento collettivo” o “collaborativo”) è un metodo di raccolta di capitali utilizzato da startup e aziende in fase iniziale.

In sostanza, l’equity crowdfunding offre i titoli della società a una serie di potenziali investitori in cambio di finanziamenti. Ogni investitore ha diritto a una partecipazione nella società proporzionale al proprio investimento.

Questo tipo di finanziamento avviene attraverso piattaforme online specializzate, come WeFunder, StartEngine, Republic, Netcapital, MicroVentures, AngelList e CrowdFundMe (quest’ultima è stata la prima piattaforma ad essere quotata a Piazza Affari in Italia) e la natura digitale del processo di crowdfunding rende possibile un tipo di finanziamento più aperto, liberale e democratico.

Difatti, a differenza di metodologie più convenzionali per la raccolta di fondi e capitali (basate sugli investimenti di piccoli gruppi di investitori professionisti) l’equity crowdfunding si rivolge ad un pubblico più ampio: l’idea di base prevede l’approvvigionamento di risorse economiche tramite piccoli contributi ottenuti da un gran numero di investitori.

L’equity crowdfunding è un fenomeno giovane, che ha visto la luce tra il 2008 ed il 2010, ed è proprio per questo che le regolamentazioni normative attuate dai vari paesi del mondo sono piuttosto recenti, e spesso generiche ( gli USA, nel 2012, hanno introdotto il Jumpstar Our Business Act, una legge che regola la partecipazione degli investitori all’equity crowdfunding, fissando l’ammontare degli importi che possono essere raccolti dalla nuova società e versati da ciascun investitore; in Italia, le norme sull’equity crowdfunding vengono introdotte con il Decreto Crescita Bis del 2012, con il settore che verrà poi regolamentato dalla Consob a partire dal 2013).

Vantaggi 

L’equity crowdfunding ha introdotto un approccio diverso alla raccolta di capitali, e può offrire una serie di vantaggi ad aziende ed investitori.

In primis, garantisce un accesso più semplice al capitale, visto che le piattaforme di equity crowdfunding permettono ad aziende ed imprenditori di mostrare i propri progetti ad un grande numero di potenziali investitori, fattispecie non sempre possibile con forme più tradizionali di raccolta di capitali (inoltre, almeno in Italia, i grandi capitalisti preferiscono evitare investimenti in imprese potenzialmente rischiose, mentre i piccoli investitori si pongono meno problemi). L’equity crowdfunding permette a piccole e medie imprese di evitare il circuito bancario, che potranno utilizzare canali alternativi.

Un altro vantaggio dell’equity crowdfunding è rappresentato dalla pubblicità derivante da questo tipo di operazione. Una campagna di successo potrebbe fungere da “test di mercato”, stuzzicando realtà più grandi, che non avrebbero dubbi nel riversare denaro in un buon prodotto

L’equity crowdfunding si adatta in modo particolare ad aziende impegnate nello sviluppo della community: lanciando una campagna si potrà ottenere grande visibilità, generando reazioni e contatti che produrranno valore per l’azienda.

Nonostante le startup innovative siano intrinsecamente rischiose, esiste la possibilità di generare alti profitti per gli investitori.

Rischi

Investire in startup innovative comporta una cera dose di rischi maggiore rispetto ad altri tipi di investimento.

Il primo è la perdita del capitale (fattore presente in qualsiasi tipo di investimento), in quanto l’equity crowdfunding riguarda principalmente piccole realtà emergenti, che potrebbero essersi costituite da poco tempo, senza avere quindi basi solide alle spalle. Il pericolo che l’azienda fallisca è abbastanza alto.

Il secondo rischio riguarda la diluzione della propria partecipazione (in termini percentuali): poiché l’equity crowdfunding è legato all’emissione di nuove azioni, la quota degli attuali azionisti sarà diluita, ossia ridotta in termini di peso percentuale (sebbene la diluizione delle azioni di solito non abbia lo stesso effetto degli scenari di finanziamento più tradizionali, al termine delle successive campagna il finanziatore della prima campagna avrebbe un peso minore in quanto a voti, dividendi a valore).

Un altro problema potrebbe essere la bassa liquidità, visto che i titoli acquistati su piattaforme di crowdfunding potrebbero impiegare diversi anni prima di generare profitto e ripagare l’investimento iniziale.